Tutto ciò che esiste è in me.
Esiste così come è, com’è stato e come sarà. Poiché io esisto, esiste in me, con tutto ciò che causa, senza distinzioni fra bene e male e fra meglio e peggio.
La domanda è: “Come mai talvolta mi sento inferiore di fronte agli altri e alle cose? Perché cerco di essere o di diventare migliore di essi? Perché mi ammalo invece di essere sano? Perché tento di liberarmi di qualcosa o di sfuggire a qualcosa? Posso, essendo unito a tutti in egual misura e un tutt’uno con loro, essere superiore o inferiore a loro, nonostante il punto d’arrivo sia sempre lo stesso?”
L’altra domanda è: “come posso tornare al tutto?”
Ci riusciamo con il corpo.
Recentemente ho sperimentato su me stesso che ciascuno dei miei denti dá voce a una persona a sé, una persona che sono stato e che continua a essere. Si fa ricordare in base a come si manifesta. Pretende di essere accettata come mia pari, comunque sia stata e continui a essere. Inoltre la incontro continuamente nelle altre persone, ben disposta o mal disposta nei miei confronti e io nei suoi.
La domanda è: “dove vuole arrivare questa persona? A quale persona mi voglio e mi devo rivolgere per diventare finalmente tutto?”
Devo rivolgermi a coloro che si sono separati da me e da cui mi sono separato, consapevolmente o inconsapevolmente, dal momento che già da tempo si sono sottratti alla mia attenzione e io alla loro, ma non all’attenzione del mio corpo e dei suoi sintomi.
Si manifestano irresistibilmente attraverso il mio corpo e i suoi sintomi.
Per questo prego i miei sintomi fisici, soprattutto quelli che mi accompagnano già da tempo:
“Vi prego mostratemi a chi si rivolge il vostro sguardo. Chi attende da tempo che anch’io lo guardi negli occhi, lo ritrovi e lo ami?”.
Tutto d’un tratto si manifestano innumerevoli persone, tutte vicinissime.
“Perché nel frattempo sono rimasto separato da loro, anche se sono una parte di me? Dov’erano? Ero solo una piccola parte di esse, presuntuoso e vuoto?”.
Sento le lacrime agli occhi. Lentamente avanzo a tentoni verso di esse, comunque siano state e continuino a essere in me. Pian piano le percepisco e sento che mi sfiorano, tutte loro. Ognuna di esse, comunque sia stata e, con esse, tutto di esse permeato e un tutt’uno con ognuna di loro.
Solo ora sento di vivere pienamente, un tutt’uno senza distinzione con qualcosa di essenziale.
Un tutt’uno completo e umile: un tutt’uno con amore.
(Verso nuovi spazi, B. Hellinger, 2013)
Amo questo pezzo, parla di tutti noi, indistintamente. Come Uno. Amore puro.
Sara
Contattami
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...