Mondi che si uniscono

Mondi che si uniscono

Il bisogno di insegnare o imporre qualcosa a qualcuno che è in relazione con noi, è per lo più una necessità personale e non so fino a che punto sia un vero atto di espressione di amore per l’altro.
Dire cosa vogliamo per noi è più sincero e vero e utile.
Dirlo con gentilezza, ancora meglio. Chiedere ciò che desideriamo con gentilezza, parlando di come ci sentiamo.

Non è detto che ci si possa riuscire facilmente se non siamo cresciuti in un ambiente che ha favorito questo tipo di comunicazione ma ci si può arrivare. Ci si inzucca parecchio nel corso dei tentativi.

Poi alla fine penso che nulla ci sia di giusto o sbagliato, nella coppia ci si integra e ci si dissolve in continuazione, quel “solve et coagula” che alla fine conduce a un pianeta nuovo che si crea insieme.

Ciò che disintegra l’amore sono a mio avviso le azioni dell’impuntarsi su questioni di principio, arroccarsi sulla difesa di valori che spesso chi attacca, ha già violato per primo in più modi in capo a se stesso.

Mediamente ciò che più ci fa infiammare appartiene a ferite infantili aperte che nulla hanno a che vedere con la realtà che stiamo vivendo, e per uccidere i colpevoli di secoli fa, devastiamo le nostre relazioni.

Nella coppia la vera sfida è provare amore per noi stessi senza uccidere l’altro, la sfida non è la competizione con la controparte. La sfida è l’inclusione, cui non si è più abituati. Meglio giudicare, si fa meno fatica.

Insomma spesso e volentieri un più bel tacer non fu mai abbastanza.
Si stesse più in silenzio e meno attaccati al cervello e ai cellulari facendo cose insieme, sarebbe tutta un’altra vita.

In questo mandala sto lavorando su Latona, sul cristallo di Fluorite e sulla nascita di Artemide e Apollo.

SaraMaite

http://www.lesettepleiadi.com

http://www.lesettepleiadi.com
http://www.saramaitegirardi.com

Composta “sistemica” di corbezzoli

Composta “sistemica” di corbezzoli

Vivere nel sentire è come cogliere per l’eternità i frutti di un albero carico di abbondanza. Uscire dall’Io per arrivare al Tutto, alla composta. Nutrirci e restituire al sistema.

SmG

Il “movimento” alla base delle rappresentazioni sistemiche è presente in ogni istante della nostra vita e consapevolmente (o no) è attivo. La nostra vita è una rappresentazione continua della connessione a quel movimento.

Saper stare nel “sentire” è un modo di vivere che ci permette la connessione al “movimento” al di là di qualunque istinto primario e pensiero logico.

Il vivere nel “sentire” è fatto di istanti ripetuti nel momento infinitamente presente, lo contattiamo col respiro consapevole e con la capacità di stare in noi senza identificarci con le emozioni e con ciò che accade. È vivere con ogni parte di noi attiva.

Vivere nel sentire è come cogliere per l’eternità i frutti di un albero carico di abbondanza.

A volte quell’albero è un corbezzolo cui approcciarci con gratitudine, cui chiedere il permesso di avvicinarci e ringraziare per l’occasione meravigliosa che ci sta donando.

È un filo impegnativo “cogliere l’invito del movimento”: dire “sì” implica una decisione che porterà conseguenze sistemiche a cascata, il tutto condotto da un fluido ben più avvolgente del pensiero. Un fluido cui affidarsi: il famoso flusso-flow che non sappiamo dove ci porterà ma sicuramente sarà composto anche di noi. Di un noi rinnovato e informato di nuova linfa.

Uscire dall’Io per arrivare al Tutto, alla composta. Nutrirci e restituire al sistema.

Dall’incontro con quell’albero e col suo sistema di appartenenza nascerà una composta di frutta, ogni volta differente, ogni volta sarà per noi e per il sistema stesso, ogni volta nuovo e diverso.

In ogni istante la vita ci fa incontrare alberi carichi di abbondanza, a volte sembrano diversi da come sono in realtà e non li sappiamo vedere in tutto il loro splendore. Quegli alberi sono persone, sono esperienze, situazioni apparentemente casuali, sono famiglie, sono luoghi di lavoro, sono giardini…

Spesso non siamo abituati a riconoscere “ciò che è”, sentire quella goccia di luce nel cuore che improvvisamente si accende e muove meraviglie. Il giudizio arriva prima del sentire e lo smorza.

Respirare e stare nel corpo, aprire gli occhi interni e percepire ogni incontro come fosse un albero di cui coglier frutti, innaffiare il terreno, potare i rami…

Auguro per questo 2023 di cucinare meravigliose marmellate, confetture e composte… ❤️

Le costellazioni – familiari, evolutive, della gioia, sistemiche, quantiche, prenatali, multidimensionali, biologiche, spirituali, sciamaniche, e chi più ne ha più ne metta!!! – sono un veicolo formidabile per imparare a contattare il “movimento”, scrivimi per conoscere le date dei prossimi gruppi e insieme andremo in giardino a “sentire” quali alberi ci stanno aspettando ❤️

D’Avenia: fragilità, amore e identità

D’Avenia: fragilità, amore e identità

“Hai avuto quello che volevi dalla vita nonostante tutto?”

“Sì”

“E che cosa volevi?”

“Volevo potermi dire amato. Sentirmi amato sulla Terra.”

E tu, sai amare?

“Ciò che sappiamo amare è ciò che non ci sarà strappato.

Cio che sappiamo amare è la nostra eredità

il resto è scoria.

Cio che sappiamo amare è la nostra storia.”

***

Buongiorno Fratéli e Soréle.

Prendiamoci il tempo. Diamoci qualità… 🥰

Questo monologo sulla #fragilità di D’Avenia è ricchissimo, da #Ulisse all’ #H20 all’ #Amore.

Mi sono presa la licenza di trascriverlo e a tratti, di parafrasarlo.

Buona lettura e buona visione.

“L’unico modo in cui l’umanità ha di nascere e di rinascere sempre, è essere generato”.

E solo quando c’è una relazione c’è un principio che fa nascere nuovo quel nucleo di essere che ci consente quella permanenza nell’esistenza, che non dipende da cose che continuamente ci sfuggono. Finalmente potremo tirare un sospiro di sollievo.

Per questo è importante fare l’appello al mattino a scuola.

Per l’identità.

La natura per gli animali provvede al fatto che tirino fuori corazze, artigli, zanne, per poter sopravvivere nell’ambiente in cui il cucciolo d’animale da subito viene al mondo e deve arrangiarsi.

E perchè il cucciolo d’uomo ci mette così tanto tempo ad arrangiarsi?

Perchè è controevolutivo, mantiene la sua fragilità perchè la sua fragilità obbliga gli altri umani alla cura.

E’ questo che ci differenzia dagli animali, i nostri artigli, le nostre corazze, le nostre zanne… stanno nel cuore e nella mente.

La relazione è dare all’altro ciò di cui l’altro ha bisogno.

Quando bevete un bicchiere d’acqua e vi dissetate, siete entrati in contatto con una relazione. La cosa più semplice: H2O.

Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, è una relazione.

Ciascuno dà all’altro ciò di cui l’altro ha bisogno.

Ed è solo la relazione che genera e rigenera la persona.

In un’epoca in cui ci illudiamo di poter guadagnare tempo e lottiamo per poter guadagnare il tempo, espressione assurda come se noi non fossimo parte del tempo…

Noi non abbiamo tempo a disposizione, siamo a disposizione del tempo.

L’unica maniera di guadagnare tempo è crescere… e l’unica maniera di crescere è nascere sempre nuovi.”

“Le dee/gli dei non sanno cosa sia la morte –> non sanno cosa significhi amare”

“… ciò che definisce la nostra #vita è ciò che noi sappiamo #amare“.

❤ ❤ ❤

Sono 18 minuti di amore: cliccate il link…

Immagine: le tre età della vita, G. Klimt, dettaglio

#costellazionifamiliari

#relazioni

#klimt

#alessandrodavenia

Attrazione “fatale”, valore personale e incontro dell’altro.

Attrazione “fatale”, valore personale e incontro dell’altro.

“Ciao! piacere di conoscerti!”

“Ciao! piacere mio…”

“Ti va un aperitivo?”

Continuate a vedervi.
Accadono cose, sperimentate l’intimità.
Giocate e – mentre passate tempo insieme – tra un sorriso e l’altro, tra una chiacchierata e una passeggiata,
per un attimo uno dei due inizia a percepire un senso di insicurezza, sale qualche dubbio…
come se non fosse abbastanza ciò che dice, ciò che fa.
In alcuni incontri accade e perdura.
A volte in modo molto potente e porta un certo fastidio, non lo si scorda facilmente, anzi!

“Sono io? E’ l’altro?”
“Lo stiamo facendo insieme?”
“Cosa lo ha scatenato?”

Come si forma questa bolla di sospensione che ci ingabbia?
La dichiari? La tieni per te?

Uno dei due inizia a mettere in dubbio le sue espressioni e gli scambi del dare e ricevere, di più, di meno…
“io così, lei cosà”…

Troppa emotività?
Forse. Forse no.
E se fosse lui? E se fosse lei?

Come mai tanta fragilità all’improvviso?
Siamo sbagliati? Siamo giusti?
Talvolta partono accuse.
Forse si dovrebbe cambiare, per piacere di più.
Dubbi.

“Dovresti essere diversa/o”
“Dovresti comportarti come dico io, così sì che è corretto!”

Anzichè parlare di come ci si sente, si dice all’altro dove sbaglia o si giudica come se si fosse depositari della verità.

Quali pezzi di noi stiamo vedendo e non siamo in grado di riconoscere grazie a questi meccanismi?

Non si sa bene chi abbia dato inizio al “match” sul campo dell’insicurezza e del dubbio e perchè,
ma da quel momento in poi, ciò che può accadere è che in uno dei due o in entrambi,
il riconoscimento del valore personale resti agganciato all’approvazione dell’altra persona.

Risultato?
Un bel tiro alla fune mascherato da innamoramento sconvolgente, struggente!
Che sia un incontro karmico?
“Oh quanto lo amo!”
“Oh sono pazzo di lei!”
“Se solo mi amasse come desidero!”

Un campo morfico di coppia apparentemente inestricabile.
Stiamo in realtà facendo a pugni con i nostri irrisolti personali, che siano di una vita o da più vite poco cambia.
BoOoM!!!

Quel tiro alla fune diventa una modalità speciale per restare agganciati: è “attrazione”, sicuramente.
Un’attrazione che abbaglia.
Pensavo fosse amore e invece era un calesse (Cit.)

Due persone si attraggono per osservare qualcosa insieme, oserei dire SEMPRE.

Spesso lo chiamano “amore”, e a suo modo lo è.

E’ amore: è la ricerca dell’amore per noi stessi attraverso la paura del rifiuto e del giudizio da parte dell’altro.
E’ uno dei motivi per cui si resta impigliati: il giudizio, la paura e il senso di colpa sono il carburante e il motore è il desiderio di riconoscimento.
(Potrei chiedermi: da chi veramente desidero essere riconosciuto da sempre?)

Questa relazione può diventare un vero confronto e non rimanere un paragone costante? Guardiamoci negli occhi.
Se la risposta è SI’ allora si trasforma in una meraviglia.

Imparare ad amare noi stessi e l’altro attraverso l’esperienza del rapporto e amare l’altro così com’è, ringraziandolo, anche se non dovessimo mai più rivederlo, per la grande occasione che ci ha regalato: l’incontro con una nostra fragilità e la cura attraverso il veleno che noi stessi abbiamo fornito.

Tante relazioni resistono nel tempo esclusivamente perchè si insedia l’energia della lotta e del senso di giustizia: “guardami, ascoltami, obbediscimi, decido io per te, ti cambierò…” e sono sorrette prima di tutto dall’ego.
Sono relazioni molto stancanti, sfiniscono e non si molla mai. Mai mollare per primi! Non scherziamo!

Possono trasformarsi in una vera relazione d’amore?
Certo, io credo di sì.
Potenzialmente potrebbero sempre diventarlo.
Poichè in nuce restano incontri d’anima: tutto dipende dalla capacità di ciascuno di noi di uscire dallo schema dell’identificazione e dal volere l’amore dell’altro manifestato nel modo in cui lo desideriamo noi.
Quando quella manifestazione diventa fonte di dolore e tensione continui e non dipende da noi, saper lasciar andare ciò che non è per noi, è importante, non serve vincere, ma accogliere.
Non stiamo facendo una gara.
Bello “stare”.
Bello “lasciare andare”.
Questa forse possiamo considerarla una vittoria: accorgerci della ragnatela tessuta dall’ego!

Posso continuare ad amarti anche se non condividiamo più una relazione.

E se invece desideriamo costruire, lasciar accadere l’amore e restare… si può fare. Insieme con Coraggio.
L’incontro reciproco – per quella che ad oggi dopo tanti anni è la mia esperienza personale e professionale – quello più vero e profondo, risiede nella Presenza, nella volontà e nello scambio, nel desiderio di riconoscersi ed integrarsi.
Stare, affidandosi al silenzio dell’Amore: quello che ci fa sintonizzare attraverso le frequenze del cuore.
Scartando i vecchi schemi cui l’ego si aggrappa, facendo spazio al nuovo dell’avventura dell’esplorazione del NOI.

L’incontro con l’altro/a è il dono più grande che possiamo farci,
anche quando ci si accorge che null’altro è che un fuoco fatuo ricco di informazioni.

Dietro quel bagliore, oltre quello specchio, ci siamo noi e l’incontro con la nostra anima.


… Se poi il bagliore è frutto del brillare dell’incontro di due stelle … StraWOW!!!

🙂

For you, with LOVE

SaraMaite
https://www.facebook.com/sara.girardi.1970/

PS: Se vuoi divulgare questo articolo ti ringrazio!
Sei libero/a di farlo sempre e comunque, citando gentilmente l’origine,
#netiquette

#copyright
#karma

Immagine da Web appartenente ai legittimi proprietari

Dare e avere Amore

Dare e avere Amore

Per tutte le volte in cui sento persone dire di aver dato tanto per nulla…

Se diamo, diamo per amore.
E l’amore ha il valore che gli diamo.
Quando lo diamo, è perché lo senti-amo, altrimenti è una forzatura.

Nell’ambito di un universo infinitamente grande tutto torna, anche quando non sembra, da più fonti e non necessariamente quella che decidiamo noi nella nostra idea di amore. Spesso pretesa e convinzione.
Solo questione di tenere i sensi accesi e di ampliare il focus.
Abbondanza.

Buongiorno 💙

Special thanks to @colore_g #instagram for the pic

Colpa colpa colpa… Ma di chi? Ma de che?

Colpa colpa colpa… Ma di chi?  Ma de che?

Non sono gli altri a toglierci la felicità, l’entusiasmo o la serenità (e chi più ne ha più ne metta), siamo prima di tutto noi a lasciare che questo accada.
Solo in casi veramente gravi accade, e se siamo preparati, resta una situazione gestibile, con i dovuti tempi.

È come noi decidiamo di gestire gli eventi, che fa la differenza.

Se è sempre colpa degli altri forse è perché noi non sappiamo trovare soluzioni adatte alla situazione da cui ci stiamo lasciando fagocitare.

Perché?
Ad esempio perchè siamo attaccati agli atteggiamenti e alle convinzioni apprese da qualcun altro,
tipo la famigerata bisnonna Abelarda sempre incazzata con tutti
… o il prozio Giangiulio che si lamentava giorno e notte della pesantezza della vita.

Finché invertiamo la responsabilità delle nostre emozioni e la imputiamo all’atteggiamento altrui, sarà sempre comodo crogiolarci nel lamento e mantenere alto il livello di sforzo ed entrare in distress.

*Nella foto: io che ieri cercavo la pace e il silenzio per poter studiare all’aperto e laggggente mi si siedeva accanto a frotte a far casino. #leggedimurphy
Soluzione personalizzata e per me sostenibile: auricolari con musica a palla, respiro e… Poi con calma, rido.
Obiettivo raggiunto, con o senza gente intorno.
Soddisfatta.

L’autocoaching in questi momenti è provvidenziale. Se “in auto” non sei capace, chiamami/scrivimi, che ti seguo volentieri.

http://www.saramaitegirardi.com

Ricevere e Dare

Ricevere e Dare

Tutto nella nostra vita ha inizio e si muove attraverso l’equilibrio del dare ricevere: nascere, crescere, diventare adulti…
Fino a che non arriviamo al mondo adulto, riceviamo.
Riceviamo in continuazione ma quasi mai lo vediamo.
Una volta adulti restituiamo al mondo, automaticamente il più delle volte, ciò che ci è stato dato e nemmeno abbiamo visto.

L’essere umano accumula un “debito” lungo tutta la sua infanzia e adolescenza che si trasforma in una sorta di necessità istintiva di restituire, dare, attraverso le relazioni, la famiglia, il lavoro, le nostre scelte di vita.

Devolvere al mondo in ogni momento, ciò che abbiamo ricevuto, ciò che abbiamo “imparato a ricevere”.
Ma abbiamo veramente “imparato a ricevere”?
Il risultato della nostra vita è proporzionato a ciò che abbiamo accettato di ricevere con coscienza.
Se ringrazio incondizionatamente i miei genitori, qualsiasi cosa sia accaduta, se riconosco tutto ciò che ho ricevuto dal mondo intorno a me, scuola, amici, parenti, istituzioni… vedrò tutto restituito.
C’è chi si sente in colpa per il troppo ricevuto, c’è chi è ancora adirato per non aver avuto abbastanza.

Nulla di ciò che ci riguarda è separato, tutto ciò che accogliamo ci accoglie. Tutto ciò che rifiutiamo ci rifiuta.

Tutto ciò che nella vita ci ostacola è lo specchio della nostra carenza d’amore, dei nostri conflitti di accettazione, dalla mancanza di resa di fronte alla vita così com’è stata e così com’è.

Arrendersi è liberarsi, arrendersi è sciogliere e comprendere che il nemico non esiste. O che se esiste, è qualcuno che ha i nostri occhi e conosciamo da sempre.

Dona e ricevi, ricevi e dona in accordo con la Sorgente e l’Abbondanza sarà sempre accanto a te e in te.

SaraMaite ❤️

Bolle di sapone

Bolle di sapone

… E all’improvviso in quel lungo attimo di sospensione,
si creò un pensiero sempre più intenso,
tanto solido da quasi divenir materia.

A furia di resistere, stanco di tanta rigidità e apnea,
si rilassó respirando,
e accortosi di esistere solo nella separazione,
si annullò e si ricongiunse al tutto

SaraMaite

Immagine da web

Credere o vedere

Credere o vedere

Osserva ciò che è.


In qualunque momento del tuo percorso, avere fiducia nella vita è fondamentale ed è un’azione molto diversa dal credere che qualcosa o qualcuno sia diverso da ciò che esprime in modo concreto.


Occhi e cuore aperto.
Mente ferma.
Il focus ce lo metti tu, così come l’intento creativo.
Quando pensi a ciò che vuoi, pensalo come già fosse fatto, in bene e in amore.
Sempre.

SaraMaite

Immagine da web