Aspettative e progetti di vita

Aspettative e progetti di vita

“Aspettarsi” qualcosa da una situazione o da una persona ha più di una valenza.

Prima di tutto trovo che significhi “vivere un’idea”
e quando si tratta di un progetto di vita, di relazione, di qualunque genere esso sia, quell’idea diventa un obiettivo, dunque quell’aspettativa si pone come estremamente utile per il concretizzarsi del progetto stesso.

Quando quell’idea si converte in mancata visione della realtà, la musica cambia.
Vivere un’idea a volte diventa paragonabile al vivere in una bolla di sapone tutta nostra proiettata sull’esterno.

Capita spesso che non si vedano le situazioni (lavorative, relazionali … ) per quello che sono o che si parta in direzione della conoscenza di una persona guardandola per ciò che non è, ma per ciò che vorremmo che fosse.

Poi decidiamo a un certo punto che tutto è cambiato, ci svegliamo all’improvviso perchè il comportamento atteso è differente dal comportamento reale.

Forse non era mai stata conosciuta e vista veramente quella persona o quella situazione, semplicemente.
Avevamo solo bisogno di vedere ciò che ci serviva, illuderci, trascurando la realtà.

Nessun mostro, nessun cambiamento… solo una bolla di sapone creata da noi.

Ogni tanto accade.
Quante volte? Il nostro livello di presenza fa la differenza. La conoscenza di noi stessi e di come funzioniamo.

Che altro?

La luna piena a Pula (CA)
Maestra illusionista.

Love your Life

Sara ♥️

Il Senso della Vita in tempi “impegnativi”

Il Senso della Vita in tempi “impegnativi”

Siamo arrivati alla fine del 2020: ancora non si vede la fine della crisi causata dalla gravosa gestione sistemica dell’affare Covid-19.

Molte persone sono in sofferenza.
Questa crisi amplia la forbice tra presenza e assenza di coscienza come da un secolo non accadeva. Costringe a maturare e a creare, a diventare forti di noi stessi e in noi stessi, e a dare valore a chi ci sta accanto da tanto tempo e forse prima davamo per scontato.

“Corona” per chi mastica un po’ di simbolismo, non è un nome casuale: il demone di Sahasrara/Keter è l’attaccamento, il voler avere tutto sotto controllo. Ebbene, abbiamo un ottimo esercizio in corso ragazzi e ragazze!
Cosa vogliamo imparare da tutto questo?
Come possiamo utilizzare questo momento veramente impegnativo per creare qualcosa di utile per noi e per gli altri?

Per rispondere ai miei quesiti, amo riportare questo pezzo meraviglioso di Viktor Frankl, padre della Logoterapia, uno degli uomini più indicati al mondo per parlarci del senso della vita, visti i trascorsi drammatici suoi e della sua famiglia nei campi di concentramento ai tempi della seconda guerra mondiale.

“L’importante non era ciò che ci aspettavamo
ma ciò che alla vita apportavamo.
Anziché domandarci se la vita avesse un senso
dovevamo immaginare di essere noi
a dare un senso alla vita, ogni giorno,
ogni ora”.
Viktor Frankl

Grazie per aver visitato le mie pagine ❤

Sara

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Il Tutto

Il Tutto

Tutto ciò che esiste è in me.

Esiste così come è, com’è stato e come sarà. Poiché io esisto, esiste in me, con tutto ciò che causa, senza distinzioni fra bene e male e fra meglio e peggio.

La domanda è: “Come mai talvolta mi sento inferiore di fronte agli altri e alle cose? Perché cerco di essere o di diventare migliore di essi? Perché mi ammalo invece di essere sano? Perché tento di liberarmi di qualcosa o di sfuggire a qualcosa? Posso, essendo unito a tutti in egual misura e un tutt’uno con loro, essere superiore o inferiore a loro, nonostante il punto d’arrivo sia sempre lo stesso?”

L’altra domanda è: “come posso tornare al tutto?”

Ci riusciamo con il corpo.

Recentemente ho sperimentato su me stesso che ciascuno dei miei denti dá voce a una persona a sé, una persona che sono stato e che continua a essere. Si fa ricordare in base a come si manifesta. Pretende di essere accettata come mia pari, comunque sia stata e continui a essere. Inoltre la incontro continuamente nelle altre persone, ben disposta o mal disposta nei miei confronti e io nei suoi.

La domanda è: “dove vuole arrivare questa persona? A quale persona mi voglio e mi devo rivolgere per diventare finalmente tutto?”

Devo rivolgermi a coloro che si sono separati da me e da cui mi sono separato, consapevolmente o inconsapevolmente, dal momento che già da tempo si sono sottratti alla mia attenzione e io alla loro, ma non all’attenzione del mio corpo e dei suoi sintomi.

Si manifestano irresistibilmente attraverso il mio corpo e i suoi sintomi.
Per questo prego i miei sintomi fisici, soprattutto quelli che mi accompagnano già da tempo:
“Vi prego mostratemi a chi si rivolge il vostro sguardo. Chi attende da tempo che anch’io lo guardi negli occhi, lo ritrovi e lo ami?”.

Tutto d’un tratto si manifestano innumerevoli persone, tutte vicinissime.
“Perché nel frattempo sono rimasto separato da loro, anche se sono una parte di me? Dov’erano? Ero solo una piccola parte di esse, presuntuoso e vuoto?”.

Sento le lacrime agli occhi. Lentamente avanzo a tentoni verso di esse, comunque siano state e continuino a essere in me. Pian piano le percepisco e sento che mi sfiorano, tutte loro. Ognuna di esse, comunque sia stata e, con esse, tutto di esse permeato e un tutt’uno con ognuna di loro.

Solo ora sento di vivere pienamente, un tutt’uno senza distinzione con qualcosa di essenziale.
Un tutt’uno completo e umile: un tutt’uno con amore.

(Verso nuovi spazi, B. Hellinger, 2013)

Amo questo pezzo, parla di tutti noi, indistintamente. Come Uno. Amore puro.

Sara

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Amare perfettamente

Amare perfettamente

Rileggo appunti su discorsi e scritti di Bert Hellinger e stasera mi imbatto in un post-it vecchio di qualche anno.

Amare perfettamente:

1. Volgi il tuo sguardo all’interno, mostrando a te stesso che ciò che non ti piace nel mondo alberga – in realtà – dentro di te.

2. Scavalcare tutti i meccanismi che dentro di te, nascondono ciò che non ami di te stess*

3. Restare al cospetto di quel certo aspetto che non ti piace di te senza più evitarlo, sino al giorno in cui sarà visto, integrato e amato.

Sara

Per consulenze: messaggiami al 3931159019

saramaitegirardi@gmail.com

http://www.facebook.com/sara.girardi.1970