Playmobil e dadi

Playmobil e dadi

Ogni tanto torno seria, ma non troppo. Senza esagerare.

In sessione si può giocare a dadi, non solo con i Playmobil ed è – a volte (non “avvolte”) – anche divertente.

A cosa serve tutto questo?
Alla stimolazione del pensiero laterale, ad una visione dall’alto delle situazioni.
Ad alleggerire ciò che da dentro risulta eccessivamente pesante.
Ad accorgersi di “ciò che è”, anche e soprattutto nella sua multidimensionalità.

E anche per stasera la supercazzola è servita.


Arri-leggerci a presto!

I dadini sono di Tiger. Lo confesso!

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D’Avenia: fragilità, amore e identità

D’Avenia: fragilità, amore e identità

“Hai avuto quello che volevi dalla vita nonostante tutto?”

“Sì”

“E che cosa volevi?”

“Volevo potermi dire amato. Sentirmi amato sulla Terra.”

E tu, sai amare?

“Ciò che sappiamo amare è ciò che non ci sarà strappato.

Cio che sappiamo amare è la nostra eredità

il resto è scoria.

Cio che sappiamo amare è la nostra storia.”

***

Buongiorno Fratéli e Soréle.

Prendiamoci il tempo. Diamoci qualità… 🥰

Questo monologo sulla #fragilità di D’Avenia è ricchissimo, da #Ulisse all’ #H20 all’ #Amore.

Mi sono presa la licenza di trascriverlo e a tratti, di parafrasarlo.

Buona lettura e buona visione.

“L’unico modo in cui l’umanità ha di nascere e di rinascere sempre, è essere generato”.

E solo quando c’è una relazione c’è un principio che fa nascere nuovo quel nucleo di essere che ci consente quella permanenza nell’esistenza, che non dipende da cose che continuamente ci sfuggono. Finalmente potremo tirare un sospiro di sollievo.

Per questo è importante fare l’appello al mattino a scuola.

Per l’identità.

La natura per gli animali provvede al fatto che tirino fuori corazze, artigli, zanne, per poter sopravvivere nell’ambiente in cui il cucciolo d’animale da subito viene al mondo e deve arrangiarsi.

E perchè il cucciolo d’uomo ci mette così tanto tempo ad arrangiarsi?

Perchè è controevolutivo, mantiene la sua fragilità perchè la sua fragilità obbliga gli altri umani alla cura.

E’ questo che ci differenzia dagli animali, i nostri artigli, le nostre corazze, le nostre zanne… stanno nel cuore e nella mente.

La relazione è dare all’altro ciò di cui l’altro ha bisogno.

Quando bevete un bicchiere d’acqua e vi dissetate, siete entrati in contatto con una relazione. La cosa più semplice: H2O.

Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, è una relazione.

Ciascuno dà all’altro ciò di cui l’altro ha bisogno.

Ed è solo la relazione che genera e rigenera la persona.

In un’epoca in cui ci illudiamo di poter guadagnare tempo e lottiamo per poter guadagnare il tempo, espressione assurda come se noi non fossimo parte del tempo…

Noi non abbiamo tempo a disposizione, siamo a disposizione del tempo.

L’unica maniera di guadagnare tempo è crescere… e l’unica maniera di crescere è nascere sempre nuovi.”

“Le dee/gli dei non sanno cosa sia la morte –> non sanno cosa significhi amare”

“… ciò che definisce la nostra #vita è ciò che noi sappiamo #amare“.

❤ ❤ ❤

Sono 18 minuti di amore: cliccate il link…

Immagine: le tre età della vita, G. Klimt, dettaglio

#costellazionifamiliari

#relazioni

#klimt

#alessandrodavenia

Attrazione “fatale”, valore personale e incontro dell’altro.

Attrazione “fatale”, valore personale e incontro dell’altro.

“Ciao! piacere di conoscerti!”

“Ciao! piacere mio…”

“Ti va un aperitivo?”

Continuate a vedervi.
Accadono cose, sperimentate l’intimità.
Giocate e – mentre passate tempo insieme – tra un sorriso e l’altro, tra una chiacchierata e una passeggiata,
per un attimo uno dei due inizia a percepire un senso di insicurezza, sale qualche dubbio…
come se non fosse abbastanza ciò che dice, ciò che fa.
In alcuni incontri accade e perdura.
A volte in modo molto potente e porta un certo fastidio, non lo si scorda facilmente, anzi!

“Sono io? E’ l’altro?”
“Lo stiamo facendo insieme?”
“Cosa lo ha scatenato?”

Come si forma questa bolla di sospensione che ci ingabbia?
La dichiari? La tieni per te?

Uno dei due inizia a mettere in dubbio le sue espressioni e gli scambi del dare e ricevere, di più, di meno…
“io così, lei cosà”…

Troppa emotività?
Forse. Forse no.
E se fosse lui? E se fosse lei?

Come mai tanta fragilità all’improvviso?
Siamo sbagliati? Siamo giusti?
Talvolta partono accuse.
Forse si dovrebbe cambiare, per piacere di più.
Dubbi.

“Dovresti essere diversa/o”
“Dovresti comportarti come dico io, così sì che è corretto!”

Anzichè parlare di come ci si sente, si dice all’altro dove sbaglia o si giudica come se si fosse depositari della verità.

Quali pezzi di noi stiamo vedendo e non siamo in grado di riconoscere grazie a questi meccanismi?

Non si sa bene chi abbia dato inizio al “match” sul campo dell’insicurezza e del dubbio e perchè,
ma da quel momento in poi, ciò che può accadere è che in uno dei due o in entrambi,
il riconoscimento del valore personale resti agganciato all’approvazione dell’altra persona.

Risultato?
Un bel tiro alla fune mascherato da innamoramento sconvolgente, struggente!
Che sia un incontro karmico?
“Oh quanto lo amo!”
“Oh sono pazzo di lei!”
“Se solo mi amasse come desidero!”

Un campo morfico di coppia apparentemente inestricabile.
Stiamo in realtà facendo a pugni con i nostri irrisolti personali, che siano di una vita o da più vite poco cambia.
BoOoM!!!

Quel tiro alla fune diventa una modalità speciale per restare agganciati: è “attrazione”, sicuramente.
Un’attrazione che abbaglia.
Pensavo fosse amore e invece era un calesse (Cit.)

Due persone si attraggono per osservare qualcosa insieme, oserei dire SEMPRE.

Spesso lo chiamano “amore”, e a suo modo lo è.

E’ amore: è la ricerca dell’amore per noi stessi attraverso la paura del rifiuto e del giudizio da parte dell’altro.
E’ uno dei motivi per cui si resta impigliati: il giudizio, la paura e il senso di colpa sono il carburante e il motore è il desiderio di riconoscimento.
(Potrei chiedermi: da chi veramente desidero essere riconosciuto da sempre?)

Questa relazione può diventare un vero confronto e non rimanere un paragone costante? Guardiamoci negli occhi.
Se la risposta è SI’ allora si trasforma in una meraviglia.

Imparare ad amare noi stessi e l’altro attraverso l’esperienza del rapporto e amare l’altro così com’è, ringraziandolo, anche se non dovessimo mai più rivederlo, per la grande occasione che ci ha regalato: l’incontro con una nostra fragilità e la cura attraverso il veleno che noi stessi abbiamo fornito.

Tante relazioni resistono nel tempo esclusivamente perchè si insedia l’energia della lotta e del senso di giustizia: “guardami, ascoltami, obbediscimi, decido io per te, ti cambierò…” e sono sorrette prima di tutto dall’ego.
Sono relazioni molto stancanti, sfiniscono e non si molla mai. Mai mollare per primi! Non scherziamo!

Possono trasformarsi in una vera relazione d’amore?
Certo, io credo di sì.
Potenzialmente potrebbero sempre diventarlo.
Poichè in nuce restano incontri d’anima: tutto dipende dalla capacità di ciascuno di noi di uscire dallo schema dell’identificazione e dal volere l’amore dell’altro manifestato nel modo in cui lo desideriamo noi.
Quando quella manifestazione diventa fonte di dolore e tensione continui e non dipende da noi, saper lasciar andare ciò che non è per noi, è importante, non serve vincere, ma accogliere.
Non stiamo facendo una gara.
Bello “stare”.
Bello “lasciare andare”.
Questa forse possiamo considerarla una vittoria: accorgerci della ragnatela tessuta dall’ego!

Posso continuare ad amarti anche se non condividiamo più una relazione.

E se invece desideriamo costruire, lasciar accadere l’amore e restare… si può fare. Insieme con Coraggio.
L’incontro reciproco – per quella che ad oggi dopo tanti anni è la mia esperienza personale e professionale – quello più vero e profondo, risiede nella Presenza, nella volontà e nello scambio, nel desiderio di riconoscersi ed integrarsi.
Stare, affidandosi al silenzio dell’Amore: quello che ci fa sintonizzare attraverso le frequenze del cuore.
Scartando i vecchi schemi cui l’ego si aggrappa, facendo spazio al nuovo dell’avventura dell’esplorazione del NOI.

L’incontro con l’altro/a è il dono più grande che possiamo farci,
anche quando ci si accorge che null’altro è che un fuoco fatuo ricco di informazioni.

Dietro quel bagliore, oltre quello specchio, ci siamo noi e l’incontro con la nostra anima.


… Se poi il bagliore è frutto del brillare dell’incontro di due stelle … StraWOW!!!

🙂

For you, with LOVE

SaraMaite
https://www.facebook.com/sara.girardi.1970/

PS: Se vuoi divulgare questo articolo ti ringrazio!
Sei libero/a di farlo sempre e comunque, citando gentilmente l’origine,
#netiquette

#copyright
#karma

Immagine da Web appartenente ai legittimi proprietari

Dare e avere Amore

Dare e avere Amore

Per tutte le volte in cui sento persone dire di aver dato tanto per nulla…

Se diamo, diamo per amore.
E l’amore ha il valore che gli diamo.
Quando lo diamo, è perché lo senti-amo, altrimenti è una forzatura.

Nell’ambito di un universo infinitamente grande tutto torna, anche quando non sembra, da più fonti e non necessariamente quella che decidiamo noi nella nostra idea di amore. Spesso pretesa e convinzione.
Solo questione di tenere i sensi accesi e di ampliare il focus.
Abbondanza.

Buongiorno 💙

Special thanks to @colore_g #instagram for the pic

Colpa colpa colpa… Ma di chi? Ma de che?

Colpa colpa colpa… Ma di chi?  Ma de che?

Non sono gli altri a toglierci la felicità, l’entusiasmo o la serenità (e chi più ne ha più ne metta), siamo prima di tutto noi a lasciare che questo accada.
Solo in casi veramente gravi accade, e se siamo preparati, resta una situazione gestibile, con i dovuti tempi.

È come noi decidiamo di gestire gli eventi, che fa la differenza.

Se è sempre colpa degli altri forse è perché noi non sappiamo trovare soluzioni adatte alla situazione da cui ci stiamo lasciando fagocitare.

Perché?
Ad esempio perchè siamo attaccati agli atteggiamenti e alle convinzioni apprese da qualcun altro,
tipo la famigerata bisnonna Abelarda sempre incazzata con tutti
… o il prozio Giangiulio che si lamentava giorno e notte della pesantezza della vita.

Finché invertiamo la responsabilità delle nostre emozioni e la imputiamo all’atteggiamento altrui, sarà sempre comodo crogiolarci nel lamento e mantenere alto il livello di sforzo ed entrare in distress.

*Nella foto: io che ieri cercavo la pace e il silenzio per poter studiare all’aperto e laggggente mi si siedeva accanto a frotte a far casino. #leggedimurphy
Soluzione personalizzata e per me sostenibile: auricolari con musica a palla, respiro e… Poi con calma, rido.
Obiettivo raggiunto, con o senza gente intorno.
Soddisfatta.

L’autocoaching in questi momenti è provvidenziale. Se “in auto” non sei capace, chiamami/scrivimi, che ti seguo volentieri.

http://www.saramaitegirardi.com

Anche se…

Anche se…

Quante volte in relazione vengono pronunciate frasi del tipo:

Ti amo “anche *se…”
Ti amo “anche **quando…”

Quanta differenza passa in un cambio di parola!

Quante condizioni!

Senza il bisogno di metterci l'”anche”, sarebbe davvero tutti i giorni Natale…

SaraMaite

Credits immagine: http://www.nanamicowdroy.com

Nazca

Nazca

La visione dall’alto unita al wu wei, “l’affidarsi al flusso della vita”,
è un buon modo a mio avviso per sentirci un po’ più leggeri e un filino meno onnipotenti, abbassando i livelli di tensione e sofferenza.
Poiché sin da piccoli ci viene insegnato il controllo di ogni cosa – onnipotenza – ma non la capacità di consapevolizzare le situazioni e di ascoltare il nostro sentire più profondo.

Si passa un sacco di tempo a guardare a ciò che non si ha più e a ciò che è andato, cercando di riportarlo in vita.
Penso personalmente che la cosa più utile sia passare il giusto tempo a guardare bene dall’alto ciò che ci si sta lasciando alle spalle, per ringraziare ciò che è stato e per esser pronti a un nuovo disegno di vita.

In ogni ambito.
Nessuno escluso.

Www.saramaitegirardi.com

Aspettative e progetti di vita

Aspettative e progetti di vita

“Aspettarsi” qualcosa da una situazione o da una persona ha più di una valenza.

Prima di tutto trovo che significhi “vivere un’idea”
e quando si tratta di un progetto di vita, di relazione, di qualunque genere esso sia, quell’idea diventa un obiettivo, dunque quell’aspettativa si pone come estremamente utile per il concretizzarsi del progetto stesso.

Quando quell’idea si converte in mancata visione della realtà, la musica cambia.
Vivere un’idea a volte diventa paragonabile al vivere in una bolla di sapone tutta nostra proiettata sull’esterno.

Capita spesso che non si vedano le situazioni (lavorative, relazionali … ) per quello che sono o che si parta in direzione della conoscenza di una persona guardandola per ciò che non è, ma per ciò che vorremmo che fosse.

Poi decidiamo a un certo punto che tutto è cambiato, ci svegliamo all’improvviso perchè il comportamento atteso è differente dal comportamento reale.

Forse non era mai stata conosciuta e vista veramente quella persona o quella situazione, semplicemente.
Avevamo solo bisogno di vedere ciò che ci serviva, illuderci, trascurando la realtà.

Nessun mostro, nessun cambiamento… solo una bolla di sapone creata da noi.

Ogni tanto accade.
Quante volte? Il nostro livello di presenza fa la differenza. La conoscenza di noi stessi e di come funzioniamo.

Che altro?

La luna piena a Pula (CA)
Maestra illusionista.

Love your Life

Sara ♥️

In viaggio verso di te

In viaggio verso di te

Ciò che “desideriamo profondamente” in connessione animica, arriva quando siamo in grado realmente di sostenerlo.
La gestazione si compie.

Una relazione, un successo lavorativo, un passaggio fondamentale, un trasferimento… tutto…
Tutto si muove in relazione alla nostra connessione più profonda con l’anima. La nostra essenza ci abita da sempre e spinge per farci muovere verso ciò per cui ci siamo manifestati in questa vita.

La pesantezza del cappottino della personalità non è più adatta per sostenerci nell’ascolto profondo e nel vivere allineati a noi stessi, poiché è frutto di una deviazione di rotta avvenuta in un momento primario della nostra esistenza. Quella deviazione da bambini ha avuto un senso. Ora ha cessato di averlo.
Se amiamo oggi finalmente anche quel cappotto che sino a ora ci ha protetti ma anche condizionati, allora avremo un’opportunità in più di andare verso noi stessi e la nostra vera missione.

Potremo dismettere quel cappotto una volta osservato e ringraziato, lasciandocelo alle spalle.

La vita sostenuta dai nostri talenti ci aspetta esattamente nel momento in cui decidiamo di prenderci la responsabilità di dar loro forza e amore.
Servono impegno e dedizione per generare la spinta di nascita della nostra vera manifestazione, dormire aspettando che arrivi il regalo dal cielo non aiuterà.

#moveyourassbaby

Vola!!!

Sara

Cellulare… specchio delle mie brame

Cellulare… specchio delle mie brame

Fastidio.
In coppia. Con gli amici.
Al lavoro… In famiglia.
E quando accade davanti ai figli piccoli, piccolissimi!!! che poi procedono ad apprendere osservando i genitori… (è un metodo di apprendimento passivo efficacissimo nell’infanzia, nel bene e nel male)… si perpetuano queste tristezze.

Chi rappresenta quel telefono?
Quale parte di noi?

Buona giornata ♥️ Sara

Grazie al mio contatto FB che ha pubblicato questa foto, non ne conosco le origini reali. Non ricordo più da dove l’ho presa ma mi ha dato uno spunto molto ricco. Per rimozione in seguito a rivendica di diritto di proprietà contattare l’admin.

Grazie 🙏