

Osservo che spesso si tende a decidere – forse per semplificazione (?) – che tutto ciò che ancora non è studiato o spiegato non esista.
Nell’età della ragione questo atteggiamento è a mio avviso molto poco razionale.
Questo atteggiamento è frequentemente rivolto ad esempio, alle nostre criticità personali, con una certa ripercussione sui rapporti umani e sulla qualità della vita personale a 360 gradi.
Ciò che di noi non capiamo e che in qualche modo esperiamo come automatismo ci domina, non è che “non esiste”.
Esiste e crea distorsioni continue, più o meno ampie.
Come ce ne accorgiamo?
Esattamente come quando ci accorgiamo del vento: muove e sposta foglie, abiti, rinfresca il viso o ci sferza con violenza, anche se non si vede.
Così accade con ciò che di noi non vediamo o non vogliamo vedere: ne osserviamo gli effetti intorno a noi.
Serve coraggio e molto, molto amore.

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